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Visita alla casa del nonno
 

 

La macchina dell’Unione dei Compositori Sovietici di ferma, a Leningrado, davanti al n. 28 della Prospettiva di Campagna, che un tempo veniva chiamata “Prospettiva Zagorodny” (nell’urbanistica russa si dà il nome di “prospettiva” a una strada cittadina lunga e rettilinea). A sinistra del vecchio e malandato portone, una scritta: “Museo del musicista Nicolai Andreievich Rimsky-Korsakov”.
Entriamo: un piccolo androne immette in un ampio cortile, al centro del quale sorge una palazzina di quattro piani. Fra questa e l’androne, vi sono degli alberi molto alti; sotto ad essi larghe pozze d’acqua; ha smesso di piovere da poco.
La premurosa e per mia fortuna onnipresente interprete, Natascia Likaciova, s’informa; la casa che cerchiamo è al secondo piano della palazzina e l’ingresso della scala è subito dopo l’angolo di sinistra.
Preceduto dalla ventenne agilità del mio angelo custode, salgo lentamente i consunti gradini della povera scala e penso: chissà quante volte sarà venuto qui il mio caro Maestro (Respighi) quando, nel 1900, Prima Viola dell’Orchestra dell’Imperial Teatro Maria, veniva a lezione dal grande Compositore russo. Parlando di queste lezioni egli diceva: “Non furono molte, ma furono per me importantissime!” e raccontava: “Rimsky-Korsakov era circondato da una ammirazione che rasentava quasi l’idolatria. La prima volta che, per conoscerlo, mi recai al Conservatorio, trovai la sua anticamera piena di gente che aspettava di essere ricevuta. Venuto il mio turno, entrai con una certa emozione, intimorito dall’imponente figura del Musicista, dal suo viso severo, da un’accoglienza glaciale. Pensai subito di aver fatto un grande sbaglio, disturbare un così celebre Maestro, per mostrargli le mie partiture, che certamente non avrebbero potuto interessarlo. Ma fu grande la mia meraviglia quando lo vidi alzarsi, dopo aver scorso uno dei lavori che gli avevo presentato, andare verso la porta che dava sull’anticamera, aprirla e dire ad alta voce: “Per oggi non ricevo più nessuno”.
Il volto de Maestro era cambiato: diventato quasi sorridente, benevolo. Sedutosi accanto a me, passò tutto il pomeriggio a leggere le mie partiture e a chiedermi dei miei studi e dei miei progetti”.
Respighi frequentò per cinque mesi le lezioni dell’illustre Musicista, componendo tra l’altro quel Preludio, Corale e Fuga, col quale conseguì nel Giugno del 1901, al Conservatorio di Bologna, il Diploma di Magistero di Composizione, e che fu eseguito nel saggio finale (24 Giugno 1901) con un eccezionale successo.
Rimsky-Korsakov abitava in precedenza, cioè dal Settembre del 1889, un appartamento di proprietà della Cappella Musicale di Corte, della quale, nel Febbraio 1883, era stato nominato Assistente del Direttore Balakirev. La Cappella aveva una complessa organizzazione che comprendeva, oltre all’ottimo Coro, classi di pianoforte, per strumenti ad arco e a fiato. In questa casa però si erano succeduti tristi eventi: la morte, nel 1890, del figlio Slavtcik, che aveva un anno; la morte della madre; la lunga malattia della figlia Macha, morta poi a Ialta il 22 Agosto 1894; il deterioramento ed infine la rottura delle relazioni con Balakirev, che affrettarono le sue dimissioni da Assistente (1893).
Nel suo Diario della mia vita musicale egli scrive: “In previsione della mia prossima partenza dalla Cappella Musicale, ci mettemmo (insieme con la moglie Nadèida Nicolaievna) alla ricerca di un nuovo appartamento, tanto più che la casa della Cappella ci ricordava avvenimenti talmente dolorosi, che mia moglie l’aveva presa in odio. Verso il 20 Settembre (1894) noi trovammo l’appartamento (n.28 Zagorodny Prospekt) dove ci istallammo”.
Così pensando, arrivo sul pianerottolo del secondo piano: a sinistra la porta è spalancata, Natascia è già all’interno. Pagati 40 copechi per i due biglietti di ingresso, siamo invitati da una vigile donnetta, ad infilare delle pantofole sulle nostre scarpe. Abbiamo dovuto fare la stessa cosa al museo di Zagork e nel Palazzo d’estate di Pietro il Grande. Con questo sistema si conservano bene anche i pavimenti. Scegliamo quindi in una cassa le pantofole che ci convengono e, dopo averle accuratamente legate alle caviglie, iniziamo la visita della storica dimora.
La musica di Schèhèrazade che, diffusa in sordina, ci aveva accolti all’arrivo, è terminata. La brava donnetta si tramuta in un preciso cicerone: nella prima stanza, in fondo, al centro, troneggia sul cavalletto un grande ritratto ad olio del Maestro. E’ forse quello che dipinse il pittore Repin su ordinazione di  Bielajev? A sinistra un leggio con la partitura d’orchestra, aperta, dell’opera lirica Sadko, una lettera inviatagli da Scialjapin e tante altre cose.
Nel corridoio, all’attaccapanni, naturalmente protetto da cristalli, sono ancora appesi la pelliccia ed il berretto di pelo del Musicista; entriamo quindi nello studio, dove si trovano due scrittoi: quello tra le finestre è del Maestro, l’altro della moglie, anch’essa musicista e letterata. Sul primo sono posati un paio di occhiali e un bocchino d’avorio ingiallito dalla nicotina. La nostra guida si affretta a comunicarci che Rimsky-Korsakov fumava ben 74 sigarette al giorno. Data la sua incredibile attività di compositore, direttore d’orchestra, professore al Conservatorio, insegnante privato, Ispettore delle Musiche della Marina, scrittore, studioso anche di estetica e di filosofia, collaboratore ed aiutante dei suoi colleghi, Assistente della Cappella Musicale di Corte, è più che comprensibile che chiedesse perfino al tabacco un apporto energetico! Nello studio vi sono altri mobili, ritratti, fotografie, mucchi di libri, insomma tutte quelle cose che si trovano dove lavora un artista.
Nella camera da pranzo la tavola è apparecchiata; il posto del padrone di casa è a capo tavola, con la sua salvietta bene arrotolata nell’anello, a sinistra del piatto.
Io trovo che sia molto intelligente conservare, a questi musei, l’aspetto che avevano quando non erano altro che abitazioni. Ricordo che provai una indescrivibile emozione quando visitai per la prima volta il piccolo castello della Malmaison, alla periferia di Parigi. In ogni ambiente infatti si era cercato di ricostruire, il più fedelmente possibile, l’arredamento originale. Anzi qui la guida chiudeva accuratamente la porta di ogni sala attraverso cui i visitatori erano passati, dando quasi la sensazione che facesse questo affinché Napoleone e Giuseppina potessero tornare nella sala da essi momentaneamente abbandonata, onde consentirne la visita ai turisti.
Vi è appresso al salotto, dove il Maestro riceveva  gli amici, un’altra stanza ora trasformata in sala da musica, con un pianoforte a coda, un leggio e qualche sedia. Era forse questa, in origine, una delle camere da letto? Anche se il fecondo Compositore concluse la sua laboriosissima giornata terrena a Liubensk, presso Pietrburgo, il 21 Giugno 1908, doveva pur avere una stanza da letto in questo appartamento! La nostra gentile guida ci fa presente che in questa casa Rimsky-Korsakov trascorse gli ultimi 15 anni della sua vita, componendo in essa 11 delle 15 opere liriche e un’ottantina di altri lavori.
Avevo chiesto, entrando, se era permesso tentare una ripresa cinematografica in qualche stanza ed il “tentare” si riferiva alla scarsissima luce, quasi insufficiente per impressionare la pellicola. Nessuna difficoltà: potevo filmare a mio piacimento. Natascia aveva già spiegato alla donnetta, chi ero, come mi trovassi li e perché visitavo l’appartamento con particolare attenzione. Certo, in qualche ambiente mi sarebbe piaciuto sostare più a lungo, ma come fare?
Dopo aver compiuto la visita, torniamo nell’ingresso e ci sfiliamo le pantofole, ma prima di lasciare questa casa, per me sacra, la nostra guida vuole offrirmi due piccoli stampati, pregandomi di scrivere sul libro dei visitatori. Lo faccio ben volentieri, ricordando che sono allievo di Respighi, che fu allievo di Rimsky-Korsakov (ragione per la quale Bruno Barilli, illustre critico musicale italiano, scrisse che io ero “nipote” del grande Musicista russo!).
E concludo ringraziando Iddio e l’Unione dei Compositori Sovietici, per avermi dato la possibilità di realizzare un desiderio accarezzato per tanti anni. Mi sento molto commosso e non posso parlare.
Scendiamo le scale senza dire una parola. Natascia mi capisce e tace.
Mi fermo nel cortile per “girare” l’esterno della palazzina, poi rimontiamo in macchina per recarci a rendere omaggio alle spoglie mortali del Maestro, che riposano, insieme a quelle di molti altri musicisti russi, nel Cimitero della Vecchia  Neva (già Alessandro Newski). Anche qui paghiamo l’ingresso di 20 copechi a testa, per accedere al settore riservato ai musicisti. In un grande cartello, a sinistra dopo l’entrata, vi è indicata l’ubicazione delle varie tombe. Quella di Rimsky-Korsakov, situata quasi di fronte a quella di Liadov, è vicina a quelle di Ciaikowski e di Mussorgski (attenzione: Natascia m’insegna che di pronuncia: Mùssorgski), è costituita da una grande croce che sembra un enorme trifoglio. Prego in silenzio, poi mi metto alla ricerca di qualche fiore, magari di campo, per deporlo su “l’urne de’ forti, che a egregie cose il forte animo accendono”.
Purtroppo non riesco a trovarne nemmeno uno!
Torniamo in silenzio sui nostri passi; sugli alberi cinguettano dei passeri. Mi viene in mente la frase che Rimsky-Korsakov scrisse nel suo "Diario" a proposito dei musicisti che sarebbero venuti dopo dl lui: “Nuove stagioni, nuovi uccelli, nuovi canti!”. E’ vero, la nostra vita terrena ad un certo punto finisce, ma la Musica continua!

Carlo Alberto Pizzini (1974)